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Tiziano Vecellio (circa 1490 - 1576) fu colui che seppe meglio incarnare la rivoluzione e il trionfo del colore, e quindi l'arte stessa della pittura nel Cinquecento e oltre. La sua opera è il punto d'arrivo di un'intera tradizione pittorica: dall'iniziale cromatismo si giunge a un pittore maturo e poi anziano che esplora la notte e il buio, che sceglie di spegnere i colori, di sondare le estreme possibilità di gradazioni liquide e spente. Autore prolifico, a capo di una bottega ben organizzata, fu capace nel tempo di rispondere pienamente a nuove esigenze di gusto. L'aver rinnovato e codificato l'immagine ufficiale e l'estetica della classe dirigente della sua epoca lo rese il primo vero artista europeo e indusse i suoi ammiratori a celebrarlo in modi altissimi. Esemplare il panegirico di Ludovico Dolce: "la grandezza, e terribilità di Michelangelo, la piacevolezza, e venustà di Raffaello, ed il colorito proprio della natura di Tiziano". Apprezzatissimo dai collezionisti, conteso da corti sovrane e pontefici, il maestro di Cadore vede oggi la sua produzione conservata in numerosi musei nel mondo. Il volume ne riunisce alcuni tra i massimi capolavori, comprese le grandi pale d'altare, illustrando l'intero arco della sua attività.